Manifestazione podistica non competitiva su pista aperta a runners autistici, a runners normodotati e a tutte le persone che credono in uno sport senza barriere.

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Perchè mi sono inventato il miglio per l’autismo?

Dal 2013 è stato avviato a Torino il Progetto Corsa legata alla onlus Autismoesport  che accoglie ragazzi/ragazze ed adulti affetti da sindrome autistica. Nel susseguirsi degli anni persone che erano ai margini  delle attività sociali e dal mondo dello sport hanno potuto impiegare parte del loro tempo a praticare la corsa ottenendo sensibili miglioramenti nel gesto atletico e nell’aspetto comportamentale. Parecchi di loro  hanno anche  preso parte a manifestazioni podistiche non competitive svoltesi in Torino e provincia insieme ad atleti normodotati. 

Siccome si  riteneva che questi ragazzi dovessero essere esclusi dalle gare per via della loro sindrome e per la  presunta difficoltà a  svolgere  lavori atletici si giungeva alla conclusione che fosse impossibile coinvolgerli in un percorso di crescita atletica. 

 Questa presunta  impossibilità è stata invece superata così come fece  un certo Roger Bannister che nel Maggio 1954 riuscì nella fatidica impresa di correre il miglio in meno di quattro minuti contro il pronostico di qualificati tecnici del settore.

 Per ricordare degnamente il “visonario Roger”  ho proposto al Team di Autismoesport di organizzare una manifestazione su pista sulla distanza  del miglio a cui far partecipare ragazzi autistici , atleti normodotati e altre persone che credono in uno sport senza barriere. L’intento era quello di dedicare qualcosa di speciale a questi ragazzi, porli  al centro dell’attenzione di tutti noi correndo il miglio o frazioni di esso sancendo, di fatto, un ideale legame con chi concretamente aveva superato una presenta impossibilità tecnica.

Chi ha partecipato in quel 2 Giugno 2019  sicuramente ha capito questo messaggio ed ha percorso quei 1609 metri e 34 centimetri con l’intento di dare il suo prezioso contributo alla diffusione della consapevolezza sportiva autistica esprimendo condivisione al motto della manifestazione. Ci piacerebbe che questo messaggio fosse raccolto da altre organizzazioni presenti sul territorio italiano e possa diffondersi anche oltre. 

I numeri della partecipazione in questo caso contano relativamente anche se sono stati soddisfacenti per la prima edizione  a suffragare che la sfida era stata vinta ancora una volta, che la presunta impossibilità era stata superata 

Così mi auguro che tante altre persone i torneranno a trovarci nella prossima edizione per dare forza ad un progetto di inclusione, miglioramento delle capacità atletiche, relazionali e comportamentali di ragazzi davvero speciali.