Giovanni Storti – Franz Rossi – Mondadori Editore

Anche quest’anno in occasione del mio compleanno non sono mancati i libri, sempre graditi. E proprio di uno di questi voglio raccontarVi qualcosa perché è stato scritto, seppure in modo non esclusivo, da un certo Giovanni Storti, almeno per me insospettabile podista. SI, proprio quel Giovanni che fa parte dell’indivisibile trio comico che si completa con Aldo e Giacomo.
Quest’ultimo nella prefazione lo presenta con ironia all’incirca così “sino al cinquantesimo anno era tutto sommato normale con un ’animo tendente al tedio ed alla pigrizia; poi è esplosa in lui una incontenibile voglia di correre “e, aggiungo, quella di raccontare i tanti volti della corsa in simbiosi con Franz Rossi. I due, integrandosi nella scrittura, ci presentano un ampio spettro della corsa di durata: dalla pista, alle campestri, alla montagna, ai trails ed ultra trail come quello del Tor des Giant in Val d’Aosta.
Per lo più sono resoconti di gare o imprese vissute con entusiasmo e convinzione, vere sfide per loro stessi e nei confronti di altri competitori condite con una certa leggerezza ed una punta di umorismo di chi sa prendere la vita con la giusta energia. Solo un racconto, il XVII, mi è parso un po’ fuori le righe e tendente al fantozziano di un’avventura podistica accentuatamente “drammaatica” accaduta nei dintorni di Pittinga in un villaggio di pescatori nel Nord-est del Brasile.
Gli altri racconti di corse vissute mi hanno portato un po’ a spasso per l’Italia e per il mondo facendomi scoprire manifestazioni sportive che proprio non conoscevo come L’arrancabirra, un trail che parte dal centro di Courmayeur con 1410 metri di dislivello positivo: si corre mascherati e ad ogni ristoro, ne sono previsti 5, si può bere una lattina di birra più una all’arrivo. Per ogni birra bevuta vengono scontati dieci minuti dal tempo finale impiegato. Davvero organizzatori pieni di inventiva che riescono a sorprendere pur chi di corse ha una certa esperienza…
Quindi una carrellata davvero varia ed originale di racconti o, secondo la definizione dei due autori, “della raccolta delle chiacchierate che hanno fatto tra loro in tante corse insieme” che compongono il libro ed al cui interno sono stati inseriti i “degli intermezzi tecnici”. Sono, per lo più, suggerimenti pratici indirizzati a chi vorrà eventualmente indossare i classici calzoni corti senza incorrere in spiacevoli inconvenienti. Si traducono in consigli al prossimo frutto della loro esperienza derivati dai tanti errori commessi. Li ho trovati utili e degni di essere presi in
considerazione anche da chi indossa scarpe da corsa da anni.
Le righe finali del libro meritano di essere riportate integralmente perché si possono considerare come un originale complimento all’attività fisica che tanti di noi hanno praticato o praticano ancora. “Correre significa muoversi velocemente (più o meno aggiungo io) da un posto all’altro senza necessità di altro che delle tue gambe. Il movimento è vita. E’ scoperta. E’ avventura. La magia della corsa è tutta qui. Correre ti fa sentire vivo.”