Vincenzo Scuro – Edizioni Effedì

Contrariamente a precedenti recensioni di testi sulla corsa mi limito a riportare la prefazione al testo.


“Questo libro di Vincenzo racconta alcuni degli episodi sportivi e, soprattutto umani, che l’hanno visto protagonista di un’intensa attività podistica lunga 20 anni e segnata da numeri di tutto rispetto: partecipazione a 658 competizioni, ben 350 vittorie e due maglie azzurre nella corsa in montagna. Quasi 62.000 i chilometri percorsi tra allenamenti e gare; per rendere l’idea all’incirca una volta e mezza la circonferenza del pianeta terra.
Ci si sarebbe potuto aspettare la narrazione dei suoi molti successi invece sono stati scelti avvenimenti che ci raccontano di un atleta non sempre vincente anche se con ottimi piazzamenti e tempi. Non quindi il ritratto di un inarrivabile atleta bensì quella di un corridore innamorato della corsa che deve convivere con problematiche comuni a molti giovani della sua generazione: difficoltà a trovare un posto di lavoro stabile, l’arrabattarsi per coltivare la sua passione per la corsa, lo sguardo rivolto fuori dal nostro paese per ricercare una possibile soluzione lavorativa. Non sono bastati i suoi tanti sacrifici e i tanti anni di dedizione per sfondare , per affermarsi al top, per imprimere una decisa svolta al suo percorso di atleta. Al centro della sua vita c’è costantemente la sua famiglia: papà, mamma, sorella e gli zii a cui era molto affezionato, da cui ha tratto forza morale e sostegno economico. Anche la recente scelta di convolare a nozze con l’amata Giorgia con l’annuncio della prossima venuta di un figlio sono la conferma del modo di rapportarsi a valori tradizionali. Il libro però non racconta solo questo: mette in luce anche le sue fragilità in particolare quando si trova a soggiornare in Toscana, a Viareggio per crescere come atleta, distante dai suoi affetti dove ha rischiato di imboccare una strada poco edificante. Lui ha voluto raccontare con coraggio questo episodio senza infingimenti. Nella pratica sportiva trova però l’antidoto per rimettersi nella giusta careggiata e tornare a correre con entusiasmo e passione.
Il libro non è annoverabile tra quelli tecnici anche se si possono trovare degli spunti interessanti in alcuni capitoli. E’ piuttosto il tormentato percorso di un podista alla costante ricerca di una propria identità, della volontà di trovare stimoli nuovi per migliorare le proprie performances, per perseguire un grande obiettivo purtroppo solo sfiorato. Un percorso caratterizzato anche da qualche pazzia ed errore come, ad esempio, l’incompiuta maratonina di Recanati dove “naufraga fisicamente”.
La ricerca del “luogo della corsa e vita” è per Lui un altro tema prioritario, un anelito a cui tendere rappresentato dall’isola di Malta da cui resta affascinato sin dal primo momento che la conosce. Là, in mezzo al mediterraneo, coronerà anche il suo grande sogno d’amore proprio sugli scogli che si specchiano in uno splendido mare. Ed è proprio con la narrazione di questo magico momento della sua vita che termina il libro con un vibrante capitolo scritto con intensità emotiva dall’amico di famiglia Sergio Pizio che contribuisce, inoltre, ad arricchire il testo con altri originali contributi.
Le pagine finali del libro contengono alcune belle immagini di significativi momenti competitivi della sua già lunga carriera podistica.”