Il 21 Gennaio 2022, all’età di 95 anni, è morto in Vietnam, sua patria, il monaco Buddista Thich Nhat Hanh; aderiva al BuddismoThien, lo Zen Chan, l’equivalente della scuola Rinzai giapponese. Interpretò e promosse l’insegnamento buddista come strumento per portare pace, riconciliazione e fratellanza nella società, accogliendo anche altre tradizioni spirituali. I suoi numerosi libri sono stati tradotti in molte lingue. Le edizioni italiane sono pubblicate da Astrolabio-Ubaldini EditoreArnoldo Mondadori Editore, Lindau, Neri Pozza, Garzanti.

Originale e ricco di spunti interessanti questo scritto che riguarda la pratica della consapevolezza mentale mentre si cammina o  meditare camminando. Riportare il suo pensiero su questo argomento mi è sembrato il modo migliore per ricordarlo. Questi i suoi delicati versi poetici per introdurre il tema

“Prendo rifugio nella madre terra
Ogni respiro, ogni passo
esprime il nostro amore
Ogni passo ci apporta felicità
Ogni respiro è felicità
Vedo l’intero cosmo nella terra” (Thich Nhat Hanh)

. Il camminare possiede le potenzialità per praticare momenti di meditazione dinamica ed acquisire una nuova consapevolezza di noi stessi.  Con questa prospettiva si potranno gustare momenti di crescita personale attuando una costante presenza mentale. Camminare, allora, non diventa soltanto un’azione per   muoversi da un luogo ad un altro con l’esclusiva preoccupazione di compiere una certa distanza possibilmente in modo veloce ma, piuttosto, meditare camminando coscienti dei movimenti che si compiono. Il consiglio è quello di procedere in modo tranquillo e pacato avendo rispetto per la terra che si sta calpestando perché è la madre di tutti noi esseri viventi. Ci fornisce, quanto è necessario per vivere. Tutto proviene da essa. Con questa disposizione d’animo, di riconoscenza i passi saranno colmi di deferenza e sacralità e si potrà raggiungere la mindfullness (stato della mente in cui si è completamente focalizzati sul momento presente).

 Forse abbiamo corso tutta la vita; ora però è scoccato il momento di rallentare, di essere coscientemente in connessione con la mente, sentirne la sua solidità acquisendola dentro di noi. 

Ogni passo va, allora, accompagnato da un respiro cosciente che ci rammenta “che siamo vivi su questo meraviglioso pianeta. Che è fantastico esserlo e poter respirare ad ogni passo.

Non possiamo essere pienamente ancorati nel corpo se la nostra mente è da qualche altra parte. Infatti nella vita di tutti i giorni finiamo per trascorrere molte ore altrove trascurandolo. Ci assorbe il computer, siamo attenti ad ogni messaggio del cellulare, non abbandoniamo le nostre preoccupazioni, affari o paure; così la nostra salute finisce per risentirne in quanto, senza la continua unità di corpo e mente, diventiamo individui dimezzati, incompleti.”

 Allora è quanto mai necessario provare a ricostruire l’essenziale unità di corpo e mente camminando, respirando in modo tale da favorire questa vitale connessione. La meditazione camminando ha proprio lo scopo di unire corpo e la mente. In quale modo? Inspirando coscientemente contando due o tre passi per generare calma nel corpo ed espirando facendo magari qualche passo in più. Respirare coscientemente aiuta corpo e mente a calmarsi; nello specifico quando si inspira la mente acquisisce calma mentre quando si espira la pace pervade tutto il corpo. Con un respiro tranquillo trasmetto dosi di calma al mio corpo e, contemporaneamente, allento la pressione psicologica dovuta a pensieri e sofferenze realizzando, un rilassante momento di vita.

 “La meditazione camminando diventa la principale pratica per permettere al corpo ad alla mente di stare insieme in modo pacifico. Quando la mente ed il corpo sono calmi si vedono le cose molto più chiaramente traendo le giuste conclusioni da ogni situazione che si presenta ai nostri occhi. Osservando poi, la nostra rabbia e tristezza, qualora insorgessero, si dissiperanno in un istante. Ovviamente questa pratica non deve essere vissuta come un lavoro, un’azione che si deve compiere; dovrà essere, piuttosto, orientata alla piacevolezza specialmente a contatto con l’aria fresca del primo mattino. “Camminando in modo pienamente consapevole riusciremo a percepire la bellezza e la meraviglia della terra intorno a noi ed apprezzare lo straordinario momento apportato da ogni singolo passo”.

Se invece ci spostiamo da un luogo ad un altro senza praticare questa semplice, seppur impegnativa, meditazione è un sicuro modo di sprecare il nostro tempo. Ma per quale scopo camminiamo e meditiamo in questo modo? Semplicemente per camminare. Niente oltre a ciò. Solo per poter essere felici e liberi.

Un ultimo aspetto da evidenziare per praticare la consapevolezza al top è quello di non considerare la terra qualcosa di diverso dal nostro essere perché essa non è solamente l’ambiente circostante, qualcosa fuori di noi di cui dobbiamo prenderci cura ma, piuttosto, qualcosa di cui facciamo parte, che abbiamo in comune evitando di vivere un dualismo inesistente.  Il nostro pianeta d’altronde non è solo materia; va considerato, piuttosto, come un essere vivente. Muoviamo allora i passi sulla terra con mente e corpo all’unisono con chi ci ha dato la nascita e ci riceverà a fine vita. Niente si perde, niente nasce, niente muore.

 Quando camminiamo consapevolmente immersi in ciò che stiamo compiendo dovremmo essere responsabili nei suoi confronti ed assumerci il compito di proteggerla costantemente; oggi essa è in forte pericolo così come sono in pericolo di estinzione tante specie viventi. Dalla nostra capacità di respirare, di camminare con riverenza nei confronti della terra trarremo la consapevolezza di essere vivi, di compiere un passo dopo l’altro con fiducia.  L’energia della pace e della consapevolezza proviene da noi; non ha origine chissà dove. Ed ognuno è in grado di attivarla. “Mentre camminate praticate la consapevolezza contando i singoli passi. Osservateli ad ogni respiro. Permettete ai vostri polmoni di acquisire l’aria di cui necessitano mentre ne effettuate il conteggio

“E non dimenticatevi di sorridere mentre camminate per contribuire a portare calma e piacere alla vostra camminata, al vostro respiro mentre sostenete la necessaria attenzione. Dopo un’ora o mezzora di cammino il vostro respiro, i vostri passi, il vostro conteggio, il vostro sorriso formeranno una miscela meravigliosa di autentica e piacevole mindfulness. Così, ad ogni passo, toccherete la solidità della terra ed entrerete nel momento presente, nel qui ed ora.”

Ps Quanto pubblicato è un riassunto/traduzione del’ articolo del monaco  Thich Hanh “on walking Meditation”

Segnalo inoltre che sia nel mio primo libro “Essere Corsa” (2° edizione Del Faro)  “La corsa una possibile forma di meditazione dinamica”  pag 133 che nel secondo “Correre con la testa” (Fusta Editore) al capitolo 1 (Camminare con mente e corpo) ho provato ad addentrarmi nel tema.